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Intervista al Corriere Adriatico - 22 marzo 2006

 

"Caro Berlusconi, gli impegni familiari non c'entrano. Il centrodestra? Parla a vanvera e mette Fano in provincia di Macerata"
Silvana Amati capolista al Senato con i Ds: "Una questione di coerenza"
Donne, l'arma forte del centrosinistra



SENI
GALLIA - È un' insegnante. È una casalinga. Ma soprattutto dal 1985 è un'attivista del partito della Quercia. Una scalata politica locale, regionale e nazionale che ha portato la senigalliese Silvana Amati dalla militanza alla segreteria dei Ds e poi direttamente in cima alla lista dei candidati al Senato.

 

Un bell'esempio di quota rosa, non c'è che dire...

"Io sono innanzitutto una donna. E vorrei dire una cosa a Berlusconi: come vede, presidente, gli impegni familiari e lavorativi non impediscono alle donne di mettersi al servizio del Paese e dei cittadini. Ci vuole un po' di sacrificio, ma siamo ripagate dai risultati".

 

Tuttavia con questa nuova legge elettorale le donne sono ancora rimaste ai margini...

"Beh, non nel centrosinistra, non all'interno dei Ds, dove le donne candidate alla Camera hanno raggiunto il 35% e quelle al Senato il 33%. Cinque, poi, sono capolista. Non è stato facile, ma dal mio partito c'è stata coerenza nell'applicare gli impegni presi. Nel centrodestra non mancano le donne pronte a stare in prima linea, purtroppo manca la volontà politica di renderle partecipi del governo del Paese".

 

Mi risponde se le chiedo come andrà a finire ad aprile o è scaramantica?

"Mi auguro che finisca bene, che la coalizione del centrosinistra vinca e che si possa finalmente cambiare marcia. Il Governo Berlusconi non ha saputo fare il proprio lavoro, la crescita zero gli italiani proprio non se la meritano... Mi auguro che il Paese voglia scuotersi di dosso questa crisi economica che è diventata insostenibile e decida di darsi una speranza in più, ma concreta".

 

Eppure le cifre snocciolate dal premier e dai suoi alleati raccontano un'altra Italia, rinata dopo il malgoverno di centrosinistra.

"Il centrodestra in questo senso ha fatto scuola. Ogni volta che ha sbandierato qualche cifra, qualche sondaggio, qualche percentuale, il giorno dopo puntualmente quelle cifre, quei sondaggi e quelle percentuali venivano smentite. Vuole delle dati reali? Proprio in queste ore ci danno vincenti con il 6% di distacco".

 

Signora Amati, in tutte le leggi approvate dai vostri avversari ce ne sarà almeno una che le è piaciuta...

"La legge antifumo. Ma guardi che non è l'uovo di Colombo. Ogni Governo al potere è in grado di fare qualcosa che trovi un consenso su larga scala. Il centrodestra ha varato questa normativa, ma sul resto, sulla scuola, sul lavoro, sulla riforma Costituzionale è stato un totale fallimento".

 

E com'è andata alle Marche?

"Le dico solo questo. In cinque anni il centrodestra non ha fatto altro che ripetere la stessa litania, che è fondamentale diminuire il trasporto su gomma a vantaggio di altri mezzi di trasporto. Ma per il raddoppio dell'Orte-Falconara non è stato fatto neanche un chilometro, sono stati cancellati Interregionali, Intercity ed Eurostar. Solo nel mese di dicembre in tutta Italia sono stati soppressi 7 mila treni e distribuite mille coperte per chi viaggiava nelle carrozze coi riscaldamenti in tilt. Quando si parla di ferrovie i cittadini sanno che salgono sui treni e che se va bene prima o poi arriveranno. E cosa è stato fatto per i porti? Quello di Ancona non ha avuto un solo finanziamento e con il black out dovuto al commissariamento sono stati congelati pure i fondi. Passiamo alle infrastrutture? Lo sa che a Roma quando si parla della Fano-Grosseto pare che nei documenti ci sia scritto che Fano si trova a Sud di Ancona e in provincia di Macerata? Ecco, questa è l'attenzione che il centrodestra riserva alle opere pubbliche della regione".

 

Domanda-tormentone. Il Quadrilatero. E una volta per tutte faccia capire qual è la posizione dei Ds, in concreto...

"Noi avevamo trovato i fondi per le strade 76 e la 77, fondi che sono stati bloccati per realizzare il Quadrilatero. Sulla società abbiamo infinite perplessità, perchè siamo convinti che le strade le debba realizzare lo Stato. L'intenzione è quella di rivedere la questione della società, perchè così non va bene".

 

La Cina. Un incubo o una speranza?

"Non credo che sia un incubo per le Marche. Noi abbiamo un pregio, che è il Made in Italy e dobbiamo cominciare a valorizzarlo, perchè in questo momento la difesa dei marchi è la scelta più giusta. In Cina non ci siamo quasi affatto: è una potenzialità che va sfruttata, ma ci vuole il fisico e per avere il fisico bisogna puntare su un'Europa unita sul fronte commerciale".

 

E il fisico ce l'hanno soprattutto i giovani, che si sentono però eterni precari...

"Il nostro programma cerca di risolvere una situazione drammatica da questo punto di vista. I ragazzi devono tornare a specchiarsi nel futuro, devono ricominciare a guardare al domani con la sicurezza di riuscire ad affermarsi nel mondo del lavoro e di formarsi una famiglia. Attualmente, purtroppo, non è più così. L'incertezza dilaga. La nostra coalizione pensa alla flessibilità, ma dice basta all'eccesso di precarietà".

 

Che cosa farà una volta al Senato?

"Da sempre io guardo con particolare attenzione alle regole. Mi occuperò della riforma della Carta Costituzionale, che personalmente mi auguro che sia più blanda possibile. Ma seguirò con un occhio molto particolare la nostra regione, puntando sulla grande viabilità e sul progetto di sviluppo del territorio".

 

Adesso ci sveli l'anello debole del centrosinistra...

"Mah... In questo momento ripenso all'emozione che ho provato quando a febbraio all'Eliseo è stato firmato il programma della coalizione, le famose 281 pagine che sono state tanto criticate. Per molti saranno troppe: per me sono poche. Perchè per raccontare come si vuole gestire un Paese ce ne vorrebbero molte di più e leggendo le schede mi sono accorta che mancava il dovuto approfondimento per alcune questioni. Vuol dire che avremo modo di farlo se dovessimo vincere le elezioni e non è vero che in caso di vittoria ci divideremmo subito. La nostra forza è l'unione, pur nella diversità. E non è demagogia".