Serve un PD piu' unito dopo una grande sconfitta nazionale
Sono stata Responsabile degli Enti Locali per la Segreteria di Piero Fassino, quando la maggioranza dei Comuni e delle Provincie si vincevano e quando il Partito nazionale aveva il portone sempre aperto e il Segretario presente ovunque in Italia a sostenere i candidati del Centrosinistra e dell'Ulivo.
Altri tempi.
Abbiamo poi fatto il PD di cui certo io sono una fondatrice, proprio per aumentare la base del consenso e cercare di consolidare il Governo del Paese.
MI stupisce dunque l'intervento di ieri di Matteo Ricci, che svolgendo oggi il mio incarico di ieri, minimizza la grande sconfitta nazionale di domenica pubblicizzando ovunque dati parziali che riportano solo il quadro attuale, con il nostro Governo in 67 Comuni capoluogo contro i 58 del Centrodestra e gli 8 dei 5 Stelle.
Ma questo dato e' poco significativo, e certo Ricci lo sa, se non si rappresenta lo scarto rispetto la posizione preesistente, quando il Centrosinistra nei Comuni aveva 46 citta' e oggi ne ha 21, il Centrodestra 32 e prima ne aveva 16 e a cui vanno inoltre aggiunti 3 Comuni conquistati dalla sola Destra. Mi potrei dilungare su una sconfitta annunciata che fa perdere al PD citta' simbolo come Genova, Sesto San Giovanni, La Spezia e Pistoia e che perde anche in tantissimi piccoli centri dove magari non e' presente il simbolo, ma sono chiare le appartenenze. Ma questo dato e' poco significativo, e certo Ricci lo sa, se non si rappresenta lo scarto rispetto la posizione preesistente, quando il Centrosinistra nei Comuni aveva 46 citta' e oggi ne ha 21, il Centrodestra 32 e prima ne aveva 16 e a cui vanno inoltre aggiunti 3 Comuni conquistati dalla sola Destra. Mi potrei dilungare su una sconfitta annunciata che fa perdere al PD citta' simbolo come Genova, Sesto San Giovanni, La Spezia e Pistoia e che perde anche in tantissimi piccoli centri dove magari non e' presente il simbolo, ma sono chiare le appartenenze.
Il trend delle Marche dunque purtroppo rientra nel quadro nazionale e non puo' stupire fino in fondo la sconfitta dolorosa a Fabriano dove la gravissima crisi industriale, abbinata ai problemi del terremoto e della neve non ha aiutato, favorendo obiettivamente il populismo dei 5 Stelle.
Leggo oggi che Ricci, trova il tempo per guardare alle Marche riprendendo il solito refrain della debolezza del Partito Regionale, a cui riferisce tutte quelle responsabilita' e che evidentemente non vuol vedere nel quadro nazionale che principalmente lo riguarda.
Credo invece che bisognerebbe richiamare all'unita' delle forze e delle componenti per evitare di perdere ulteriori consensi e per combattere il pauroso astensionismo in un momento così difficile per il Partito Democratico, quando le percentuali di consenso si stanno riducendo in piu' situazioni al limite del 20%, quando politiche ondivaghe sulla scelta delle Legge Elettorale creano continua confusione sul fronte delle presunte future alleanze, quando tutto porterebbe a dire serriamo le fila e cerchiamo di non aumentare quella conflittualita' latente che ha le sue radici piu' su questioni personali che non sul merito del Governo del territorio.
Certo, io vengo da un'esperienza positiva, segnata dall'eccezionale lavoro di Piero Fassino che, quando da Segretario dei DS si trovo' a vincere di poco le elezioni del 2006, in una situazione delicata per il nuovo Governo Prodi, scelse di restare al partito e di non andare dunque al Governo perche' un partito forte e autonomo poteva essere essenziale anche per sostenere il Governo.
Come dicevo all'inizio i tempi sono cambiati. E pesa la mancanza di analisi delle sconfitte pregresse, numerose nell'ultimo periodo, dalle Regionali alle Amministrative dello scorso anno, al Referendum Costituzionale a questo appuntamento amministrativo.
Mi auguro che per le Marche invece si riesca a comprendere che e' tempo di lavorare insieme e di contestualizzare come dev'essere, nel quadro nazionale i dati di oggi.
A Matteo Ricci, ottimo Sindaco di Pesaro e dirigente nazionale del PD, rivolgo l'appello di dare una mano nella ricerca di questa unita' e di pensare meglio al futuro del Partito Democratico e delle nostre citta'.
Le difficolta' fin qui marcate chiedono piu' modestia, piu' attenzione alle richieste dei cittadini e delle cittadine, piu' presenza nel territorio e piu' collegialita', non certo una continua apertura di crisi che guarda al Partito ma fa pensare alla Regione.
Silvana Amati
28 giugno 2019

Il servizio sul Corriere Adriatico