Messa al bando delle munizioni a grappolo
(c.d.“cluster bomb”)


Strettamente connesso alla messa al bando delle mine antipersona è il progetto di legge con il quale si autorizza la ratifica del V Protocollo relativo ai residuati bellici esplosivi.

Da ricordare, in proposito, che l’Italia è da sempre uno dei paesi in prima linea nella battaglia nell’opera di sminamento, anche se questo primato rischia di venire meno in considerazione del disimpegno e della cancellazione totale del rifinanziamento del fondo sminamento umanitario (art. 4 della legge n. 58/2001), previsto dall’ultima legge finanziaria da parte del Governo Berlusconi, ancora all’esame del Parlamento.

PROPOSTA

La proposta di legge presentata alla Camera da Sarubbi ed altri (AC 1076) autorizza la "Ratifica del V Protocollo relativo ai residuati bellici esplosivi, annesso alla Convenzione di Ginevra del 10 ottobre 1980 sulla proibizione o la limitazione dell’uso di alcune armi convenzionali che possono essere considerate dannose o aventi effetti indiscriminati, fatto a Ginevra il 28 novembre 2003".

Essa muove dalla constatazione di porre fine agli effetti disastrosi anche dopo la cessazione di conflitti armati.

A tal fine rilevano le proposte di lanciare, nel quadro della Convenzione sulle armi convenzionali, un processo di negoziazione per disciplinare in modo giuridicamente vincolante il problema dei residuati bellici, una minaccia insidiosa per le popolazioni civili.

Le regole giuridicamente vincolanti contengono obblighi da rispettare in ordine alla fabbricazione, alla manipolazione e all’immagazzinamento delle munizioni esplosive, misure preventive da adottare e procedure ottimali da applicare, nonché obblighi di bonifica in capo agli stati sul cui territorio si trovino i residuati bellici esplosivi.