Roma, 23 settembre 2014 - Senato della Repubblica - Sala Caduti di Nassirya
presentazione del libro
L'ARTE DI VIVERE
CONOSCERE, PREVENIRE E CURARE LE MALATTIE NEURO-DEGENERATIVE
Aggiornare il nomenclatore tariffario per
la fornitura a disabili di protesi e ausili
Il Nomenclatore tariffario e' il documento del Ministero della salute che stabilisce la tipologia e le modalita' di fornitura di protesi e ausili a carico del
Servizio Sanitario Nazionale.
Si tratta di dispositivi essenziali perche' le persone disabili possano raggiungere un livello di autonomia che permetta loro di vivere una vita di relazioni
sociali e lavorative in maniera autosufficiente.
Sono venti anni che il Nomenclatore non viene aggiornato e cio' lede i diritti fondamentali delle persone coinvolte.
I problemi del documento sono evidenti: le descrizioni degli ausili elencati risalgono al 1995 e sono obsolete, perche' nella maggior parte dei casi non corrispondono
piu' ai prodotti realmente in commercio ne' ai loro prezzi. La struttura stessa del Nomenclatore e' inaccessibile sia per le persone disabili, sia per i medici che
si trovano a dover prescrivere dispositivi sulla base di uno strumento indecifrabile.
Questo ingiustificato ritardo nell'aggiornamento, previsto gia' dal 1999, ostacola l'accesso ai Livelli Essenziali di Assistenza cui
hanno diritto le persone disabili causando loro un danno inquantificabile, ma che si puo' immaginare.
Un ritardo ancora piu' ingiusto e incomprensibile di fronte all'evidenza del fatto che una parte significativa del problema potrebbe essere risolta immediatamente,
persino a costo zero, iniziando col rendere fruibile il documento modificandone la struttura.
Il 25 settembre, nel corso dell'audizione della dott.ssa
Maria Teresa Agati,
presidente del Centro Studi e Ricerca ausili tecnici per persone disabili di
Confindustria,
i membri della Commissione hanno potuto constatare che
non stati fatti passi avanti per l'effettiva risoluzione del problema.
La Commissione Diritti Umani aveva gia' ascoltato la dott.ssa Agati sul tema dell'aggiornamento del nomenclature tariffario il
23 giugno 2013.
A quell'audizione erano seguite una
risoluzione della Commissione e l'audizione del ministro
della Salute
Beatrice Lorenzin il
31 luglio 2013.
In Commissione continueremo a lavorare perche' si giunga rapidamente ad una riforma ormai improrogabile.
Il resoconto dell'ultima audizione
Audizione del capo di Stato maggiore della Marina militare sulla operazione "Mare Nostrum"
A quasi un anno dalla sua istituzione e in vista dell'adozione dell'iniziativa
Frontex plus da parte dell'
Unione europea,
e' stato chiesto all'ammiraglio
Giuseppe De Giorgi,
capo di Stato maggiore della Marina militare, di riferire sui risultati dell'operazione
"Mare nostrum"
ai membri della Commissione Diritti Umani.
Nel corso dell'audizione del 24 settembre, l'Ammiraglio ha fornito i dati raccolti dall'inizio dell'operazione, che ha consentito: il soccorso di oltre
140.000 migranti,
l'identificazione di
298 scafisti e
una riduzione significativa delle morti in mare.
L'Ammiraglio ha descritto in dettaglio le procedure di assistenza e screening medico per i migranti e della prima identificazione a bordo.
Rispondendo alle domande dei membri della Commissione, ha affermato:
- che l'operazione Mare nostrum non puo' in alcun modo essere considerata responsabile dell'aumento del flusso di migranti, che e' invece precedente e ha causato
l'attivazione dell'operazione stessa;
- che non sono stati registrati casi di rischio sanitario sottovalutato ne' conseguenze di tipo epidemiologico;
- che non sono arrivate segnalazioni di rischi di infiltrazioni terroristiche dall'intelligence.
L'annunciato ridimensionamento dell'area d'intervento prevede una fase transitoria, perche' il soccorso umanitario non puo' essere interrotto. La proposta
del ministro della Difesa Roberta Pinotti e' di arrivare a:
- un dispositivo stratificato con il pattugliamento delle coste operato da Frontex;
- il presidio internazionale dell'alto mare, con grandi navi di paesi europei e navi NATO antiterrorismo impegnate anche nelle operazioni di soccorso.
Il resoconto dell'audizione
Rapporto sui centri di identificazione
ed espulsione in Italia
Nel corso del 2013 e nei primi mesi del 2014, la Commissione Diritti Umani ha svolto uno studio sistematico sulla situazione dei centri
d'identificazione ed espulsione dal punto di vista del rispetto della dignita' e dei diritti della persona.
Il Rapporto che abbiamo redatto e approvato include una serie di proposte di misure concrete, da attuare a breve termine, per assicurare alle persone sottoposte al trattenimento
il rispetto delle garanzie previste dalle norme nazionali e internazionali, ed interventi sulle procedure che regolano il sistema di trattenimento,
identificazione ed espulsione con l'obiettivo di
rendere il ricorso al trattenimento una misura estrema e di ridurre al minimo i tempi di permanenza in quelle strutture.
Alcune delle misure proposte al Governo erano gia' state oggetto di
una risoluzione, approvata dalla Commissione il 5 marzo 2014.
Il rapporto include una sezione dedicata alla protezione di gruppi particolarmente vulnerabili, come le vittime della tratta degli esseri umani,
dati gli obblighi assunti dall'Italia con il Decreto legislativo n. 24 del 4 marzo 2014, che recepisce la
Direttiva 2011/36/UE concernente la prevenzione
e la repressione della
tratta di esseri umani e la
protezione delle vittime.
L'indagine
Arcipelago CIE ci ha segnalato la presenza di un numero
considerevole di vittime della tratta fra i trattenuti nei CIE, in particolare donne vittime di sfruttamento sessuale, eppure il numero di vittime accertate e di richieste di
accesso alle misure di protezione per le vittime di tratta risulta, stranamente, esiguo o, in casi come il CIE di Milano, addirittura nullo.
Il Rapporto della Commissione Diritti Umani include quindi la proposta di
promuovere un approccio multidisciplinare nelle procedure d'identificazione, che preveda la collaborazione di
diverse professionalita' provenienti dai servizi sociali, organizzazioni non governative e internazionali, ispettorato del lavoro, per garantire la pronta
identificazione di trattenuti titolari di particolari diritti e prevenire casi di re-vittimizzazione.
Il testo integrale del rapporto
Importante sostegno al nostro OdG
Nel Jobs Act garanzie per
i giovani dicottenni fuori dalle "case famiglia"
"
Chiediamo ai senatori di approvare oggi l'ordine del giorno presentato a Palazzo Madama da Silvana Amati e Daniela Valentini,
all'interno della discussione sul Jobs Act, con il quale si impegna il governo a reperire le risorse necessarie per attuare un
piano strategico a favore dell'inclusione lavorativa dei giovani 'fuori famiglia'", dichiara
Liviana Marelli, responsabile Minori
del
Coordinamento Nazionale Comunita' di Accoglienza (CNCA). "
Sono circa 3mila ogni anno i ragazzi che, usciti dai percorsi in
comunita' o in affido, cresciuti dunque fuori dal loro nucleo familiare di origine o che non possono proprio contare sulla presenza
di una famiglia, si ritrovano a fare i conti con una realta' molto dura, senza alcun sostegno. A questi dobbiamo aggiungere
1000-2000 giovani neomaggiorenni che restano in comunita' per mancanza di alternative. Riteniamo che situazioni come queste, che
configurano uno 'svantaggio' reale e significativo, debbano essere affrontate dal legislatore e dalle politiche con interventi
mirati e stanziamenti ad hoc. Per questo siamo al fianco delle associazioni come Agevolando che hanno promosso questa iniziativa."
Approvato l'Odg per l'incremento del Fondo per lo Sminamento Umanitario
L'Odg di cui sono prima firmataria, presentato con i colleghi
Vito Vattuone,
Carlo Pegorer e
Daniela Valentini, impegna il Governo a incrementare in maniera stabile e
continuativa la dotazione del
Fondo per lo Sminamento Umanitario, per adeguarla alle necessita' operative, e a coordinarne la gestione in modo da
bilanciare gli interventi d'emergenza con il finanziamento di progetti programmati sulla base delle finalita' stabilite dall'articolo 1 della Legge
58/2001 e dalle Convenzioni contro le mine anti-persona e le munizioni a grappolo.
Dal 2001 il Fondo finanzia programmi integrati collegati allo sminamento umanitario, che vanno dalla bonifica delle mine anti-persona e delle bombe a grappolo, all'assistenza, riabilitazione
e reintegrazione socio-economica delle loro vittime. I rapporti di monitoraggio provano che nelle zone degli interventi
programmati le vittime diminuiscono. La dotazione annuale del Fondo e' stata fin da subito altalenante, spesso
ridotta bruscamente. Proliferano, pero', i conflitti. Per questo da anni mi batto, con il contributo degli amici della
Campagna Anti-mine, perche' l'Italia
mantenga e valorizzi gli impegni presi con la ratifica delle Convenzioni in materia.
Il testo dell'Ordine del Giorno